martedì 10 gennaio 2017

Sviluppo del linguaggio: Piaget

In questo post andrò a parlare di una delle figure più importanti per la psicologia: Jean Piaget. Questo psicologo si contrappone molto a Vygotskij, il quale ha criticato più volte i suoi lavori.

Jean Piaget (1896-1980) è nato a Neuchatel in Svizzera e ha operato per gran parte della sua vita presso l'Università di Ginevra. [fonte]
L'oggetto di studio principale di Piaget è stato lo sviluppo qualitativo delle strutture intellettuali.
Per Piaget l'intelligenza rappresenta il più alto grado di adattamento mentale. L'adattamento, a sua volta, consiste in un equilibrio fra l'azione dell'organismo sull'ambiente (assimilazione) e l'azione dell'ambiente sull'organismo (accomodamento) . [Vianello, R, Psicologia dello sviluppo, Bergamo, Edizioni Junior srl, 2003]
Nella sua concettualizzazione Piaget introdusse il concetto di <<stadio>> sostenendo come lo sviluppo cognitivo venga acquisito attraverso il passaggio a stadi di sviluppo sempre più evoluti. Gli stadi fondamentali sono: lo stadio sensomotorio (dalla nascita ai 2 anni), preoperatorio (dai 2 anni ai 7 anni), operatorio concreto (dai 7 agli 11 anni) e operatorio formale (dagli 11 anni in su). [Cornoldi, C, Tagliabue; M, Incontro con la psicologia, Bologna, Il Mulino, 2004]
Il linguaggio inizia a svilupparsi nel periodo sensomotorio: l’imitazione del periodo senso-motorio è una comunicazione non verbale tra il bambino e l’adulto. Inizialmente era imitazione dell’azione, poi imitazione dei suoni, ed infine del linguaggio. Tra i due e i sette anni, il linguaggio non ha come obiettivo primario la comunicazione, in quanto è ancora egocentrico. [fonte]
Per Piaget il linguaggio è generalmente la manifestazione del pensiero: per esempio il pensiero egocentrico si riflette nell'uso del linguaggio egocentrico. [Cornoldi, C,[et al.], Incontro con la psicologia , Bologna, Il Mulino, 2004]
Piaget descriveva la natura riservata e relativamente asociale delle prime fasi del linguaggio nei termini dell'impulso del bambino a parlare di ciò che sta facendo, senza un reale interesse per il fatto che gli altri lo capiscano e addirittura lo ascoltino. E' come se egli non possa impedirsi dal fare commenti a voce alta sulle proprie azioni, e il suo linguaggio non sembra avere una reale funzione.
Per Piaget, (a differenza di Vygotskij) lo sviluppo cognitivo è per principio autonomo dallo sviluppo del linguaggio e precedente ad esso dal punto di vista causale. [Garman, M, L'acquisizione del linguaggio: studi sullo sviluppo della lingua materna, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1992]




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