giovedì 12 gennaio 2017

Sviluppo del linguaggio: Bruner

Jerome Seymour Bruner era uno psicologo e pedagogista americano, nato a New York nel 1915.[fonte]. È l'ultima grande figura che andrò a trattare in questo blog per quanto riguarda la parte sullo sviluppo del linguaggio. Bruner si colloca in una posizione peculiare rispetto agli altri psicologi e si può inserire nella corrente interazionista.

La psicologia dell'interazione focalizza l'attenzione alle relazioni tra le menti delle persone e ai processi di cognizione distribuita all'interno dei contesti sociali di attività, piuttosto che interessarsi alla mente e ai fenomeni cognitivi individuali. [ ripreso da D'amico, S, Devescovi, A (2013), Psicologia dello sviluppo del linguaggio, Bologna, Il Mulino]
Lo sviluppo dell'intelligenza è per Bruner caratterizzato dal fatto che con il passare del tempo si modificano anche i sistemi di codifica delle informazioni. Ci si riferisce ad esempio al linguaggio, ai processi che permettono la formazione dei concetti ed a vari tipi di ragionamento (inferenziale, probabilistico, logico, ecc). Con il passare del tempo essi diventano sempre più potenti in quanto oltre alle rappresentazioni puramente esecutive (cioè basate sulle azioni) il bambino utilizza anche quelle iconiche (cioè basate sull'immagine) e quelle simboliche.
[ripreso da Vianello, R, Psicologia dello sviluppo, Bergamo, Edizioni Junior srl, 2003]
Bruner è stato chiaramente influenzato dagli studi di Piaget, del quale critica alcuni aspetto, ma è stato sicuramente più interessato agli studi di Vygotskij e all'importanza che egli conferisce all'influenza della cultura.  

Jerome Bruner[1983] sostiene che i bambini apprendono il linguaggio nel contesto familiare degli scambi con chi li accudisce e individua nei cosiddetti formati di <<attenzione condivisa>> e di <<azione condivisa>> le sequenze sociali più significative per imparare a esprimere le proprie intenzioni e a comprendere quelle altrui. Si tratta di formati di gioco o routine che madre e bambino producono ripetutamente nell'interazione quotidiana; partecipando a questi formati il bambino impara sia ad interpretare le azioni e le espressioni della madre sulla base del significato che esse hanno della routine, sia a produrre tali azioni ed espressioni, che includono parole e gesti comunicativi. [...]
Come ha osservato Bruner [1983], le due teorie sull'acquisizione del linguaggio precedenti alla <<spiegazione interazionista>> sono l'una impossibile (quella si Skinner) e l'altra miracolistica (quella di Chomsky). È necessario formulare una terza teoria, secondo la quale non esiste soltanto un LAD (dispositivo innato per l'acquisizione del linguaggio), ma anche un LASS ( Language Acquisition Support System, sistema di supporto per l'acquisizione del linguaggio), che corrisponde al ruolo svolto dall'adulto e dal contesto sociale nel consentire l'ingresso del bambino nel mondo del linguaggio e della cultura. [Camaioni, L [et. al], Psicologia dello sviluppo, Bologna, Il Mulino, 2007]

Il merito fondamentale che va riconosciuto a Bruner è quello di aver tenuto in considerazione tutte le principali posizioni riguardo la psicologia dello sviluppo e lo sviluppo del linguaggio, non riducendosi a tenere conto di uno solo di questi aspetti, ma considerando la complessità e multifattorialità dei fenomeni piscologici.

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