sabato 14 gennaio 2017

Bilinguismo: definizione

Dopo aver concluso la panoramica sulle maggiori correnti psicologiche sullo sviluppo del linguaggio, con questo post inizierei a parlare dell'altro macro argomento di questo di cui mi sono interessata: il bilinguismo.
Purtroppo è molto difficile trovare una definizione universalmente accettata di bilinguismo, in quanto il termine è stato usato con diverse accezioni durante gli anni e questo ne ha reso difficile la restrizione ad un unico concetto.
A lungo si intese dunque per bilinguismo la piena padronanza di due lingue da parte di una data persona: si faceva riferimento alla situazione ideale di quei parlanti che avessero per esempio acquisito la duplice competenza fin dall'infanzia in virtù della loro ‘privilegiata’ condizione di avere genitori di lingua diversa e che riuscissero a integrare perfettamente i due sistemi linguistici tra loro ad un livello piuttosto profondo dell'organizzazione psicologica [fonte]
Oggi sappiamo che questa definizione è antiquata e non corretta. Una persona bilingue non è quella che ha la padronanza completa di entrambe le lingue.
Voglio proporre quindi una definizione più moderna del termine:

Bilinguismo:Competenza di una persona nell'uso di più di una lingua, in differenti situazioni nella vita quotidiana e in vari contesti (Marini et al., 2012)

Quella di Marini è sicuramente una definizione meno restrittiva rispetto alla precedente, più ampia e che rimane vaga sotto certi aspetti. Questo perché il bilinguismo è una realtà molto complessa e analizzabile da diversi punti di vista, di cui andrò a parlare nei prossimi post.

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