In questo blog dedicato al bilinguismo nell'infanzia, parleremo di diversi argomenti collegati a questo macro tema. Trovo impossibile parlare di bilinguismo senza parlare dello sviluppo del linguaggio.
Il quadro di ricerche riguardanti questo ambito è molto complesso, delineato da diversi approcci e teorie riguardanti lo sviluppo del linguaggio. Le principali teorie sono: la teoria comportamentista con Skinner, quella innatista con Chomsky, quella socioculturale con Vygostky, quella cognitivista con Piaget e quella interazionista con Bruner. In questo post andrò ad analizzare la prima teoria, quella Comportamentista:
Il Comportamentismo nasce nella cultura Americana dei primi del Novecento. Si basa sulla "legge dell'effetto" secondo la quale una connessione si rinforza se alla risposta a un certo stimolo viene associato uno stato di soddisfazione e come conseguenza quella risposta avrà più possibilità di presentarsi in futuro [Baroni, M (2008) Psicologia, Milano, Antonio Vallardi Editore]
Secondo Skinner, una persona apprende a parlare in modo
molto simile a quello con cui apprende ogni altro comportamento:
attraverso le sue interazioni con l’ambiente, cioè attraverso rinforzi e
punizioni. [fonte] Per l'autore i bambini ricevono moltissimi rinforzi da parte dei genitori, dei parenti, delle figure di riferimento e grazie a questi rinforzi riuscirebbero ad apprendere e sviluppare il linguaggio.
Questa teoria è stata fortemente criticata da Chomsky. Il linguista osserva che non è affatto chiaro come distinguere lo “stimolo condizionato” rispetto al resto degli eventi e che quindi se non è possibile distinguere tra stimoli ed eventi “neutri”
allora non è possibile neanche costruire esperimenti di laboratorio [fonte] Inoltre la teoria di Skinner non spiegherebbe la produzione creativa e spontanea di frasi o parole da parte del bambino.
Che tipo di rinforzo linguistico (e relative punizioni) veniva continuamente dato secondo Skinner per far sì che il bambino apprendesse il linguaggio?
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